I Miomi utrini  (o leiomiomi o fibromi) sono le neoplasie benigne più frequenti nelle donne in età fertile. Sono neoformazioni solide ,dure,solitamente di colore bianco  o rosa pallido.

Possono essere di forma perfettamente sferica ed essere unici oppure essere di forma irregolare oppure ancora essere costituiti da più formazioni contigue.

Possono variare da qualche millimetro a formazioni di 10 centimetri e più,  arrivando a poter sovvertite totalmente l’architettura strutturale dell’ utero o dislocarlo nella pelvi.

Possono essere riscontro casuale durante una visita di controllo oppure essere causa di fenomeni emorragici con gravi anemizzazioni secondarie; questo dipende principalmente dalla loro localizzazione all’interno dell’utero.

Si parla di miomi peduncolati quando il fibroma e esterno all’utero ed è legato ad esso da un una  banderella più o meno spessa e più o meno lunga di tessuto ( il peduncolo); sottosierosi quando la loro crescita è confinata nella sierosa utrina cioè quella sottile pellicola che riveste esternamente l’utero; solitamente sono quelli che danno minori problemi a meno che non raggiungano dimensioni tali da dare disturbi da compressione all’interno della pelvi, premendo anteriormente sulla vescica e quindi provocando dei sintomi urinari, posteriormente sul retto arrivando a dare disturbi nella defecazione.

Quando la crescita della formazione fibromatosa è contenuta nello spessore della parete miometriale, cioè muscolare dell utero si parla di fibroma intramurale, talvolta responsabili, sempre in relazione alle loro dimensioni, di sintomatologia dolorosa specialmente in gravidanza dato l’accrescimento volumetrico dell utero.

I fibromi sottomucosi sono quelli che si sviluppano nei pressi della cavità endometriale cioe della parte più interna ed importante dell utero, sede dell impianto di una gravidanza e fonte dello sfaldamento di tessuto endometriale che caratterizza la mestruazione.

Ne possono di conseguenza derivare irregolarita mestruali (spotting), ipermenorrea cioè mestruazioni molto abbondanti o difficoltà nel procedere della gravidanza specialmente nelle fasi iniziali o essere causa di minacce di aborto.

Infine quando la localizzazione è totalmente all’interno della cavità uterina si parla di mioma intracavitario e in questo caso aumenta considerevolmente il rischio sia di mestruazioni abbondanti fino a vere e proprie emorragie, sia di abortivita.

La metodica di elezione per visualizzare i fibromi è l’ecografia pelvica transvaginale a cui possono essere associate isterosonografia e risonanza magnetica nei casi più complessi.

La terapia dei miomi prevede la possibilità di ricorrere alla chirurgia effettuando una miomectomia cioè la rimozione del o dei fibromi mediante una classica incisione addominale o mediante una laparoscopia cioè introducendo in addome sonde endoscopiche attraverso piccole incisioni; per i fibromi intracavitari e sottomucosi si puo inserire la telecamera in utero passando attraverso la vagina.

In alcuni casi si può arrivare ad effettuare una isterectomia ovvero l’asportazione di tutto l’utero. La terapia medica prevede l’utilizzo di analoghi del GnRh che in pratica inducono una temporanea menopausa abbassando i livelli di estrogeni e progesterone però con conseguente fastidioso corteo sintomatologico.

Viene presa in considerazione soprattutto nell’ottica di una preparazione all’intervento. Recentemente una buona alternativa prevede l utilizzo di una molecola chiamata ulipristal acetato, un modulatore selettivo del recettore del progesterone per 3 mesi con riduzione importante del sanguinamento e del volume dei miomi.

Altra alternativa è la cosiddetta embolizzazione dei vasi che alimentano il fibroma inserendo un catetere dall’arteria femorale. La scelta del tipo di terapia deve tenere presente sia delle dimensioni e localizzazione del mioma ma anche della storia della paziente.