La Fibrillazione Atriale fa parte delle Aritmie Cardiache e più precisamente è una forma di Tachicardia.


La fibrillazione atriale viene definita come: “ritmo atriale sostenuto, rapido e irregolare dovuto a piccoli fronti d’onda di rientro multipli che si sovrappongono continuamente”.

La FA può insorgere in assenza di patologie cardiache o in pazienti che presentano una patologia cardiovascolare ( malattia reumatica con valvulopatia mitralica, coronaropatia, ipertensione…) o in caso di ipertiroidismo, anche l’assunzione  di elevate quantità di alcool è messa in relazione all’insorgenza di FA.

Spesso la FA è totalmente asintomatica, mentre a volte i pazienti riferiscono la comparsa di palpitazioni accompagnate ad un senso di fastidio toracico; in alcuni casi la Fa viene svelata da una complicanza tipo l’insufficienza cardiaca o un’ embolia arteriosa.

Gli obiettivi sono quattro: rallentare la frequenza ventricolare, prevenire le embolie arteriose, ripristinare il ritmo sinusale, prevenire le recidive:Per rallentare la frequenza ventricolare si utilizzano farmaci quali digitale, amiodarone, beta-bloccanti ( soprattutto on caso di ipertiroidismo), verapamil.

La prevenzione trombo-embolica può essere ottenuta con antiaggreganti ( aspirina e simili) o anticoagulanti ( sintrom, coumadin); la scelta del tipo di farmaco viene fatta a seconda del rischio di ictus del paziente, nel qual caso si preferisce la somministrazione di anticoagulanti orali ( TAO).

Il ripristino del ritmo sinusale si ottiene più facilmente quando la fibrillazione è idiopatica o di recente insorgenza. La conversione può essere di tipo farmacologico ( amiodarone, chinidina, propafenone, flecainamide) o elettrico; la cardioversione elettrica è più efficace di quella farmacologia e si ottiene con uno shock elettrico di 200-300 joules con paziente anestetizzato e ben scoagulato e la riuscita è tanto più probabile quanto minore sarà la dilatazione dell’atrio sinistro.

Una metodica che sta ottenendo sempre maggiori risultati è l’intervento di ablazione, che ha come scopo l’isolamento della parte di cuore da cui originano gli impulsi elettrici responsabile della FA;un’ablazione ben riuscita scongiura tra l’altro la possibilità di sviluppare successivamente un nuovo episodio.Il mantenimento del ritmo sinusale si può avere con la prescrizione di farmaci antiaritmici ( amiodarone, chinidina, propafenone) che abbiano la proprietà di ridurre le extrasistoli atriali.

In pazienti anziani con fibrillazione atriale emodinamicamente ben controllata e sotto terapia anti trombotica si tende a “cronicizzare” la FA mantenendo il controllo della frequenza ventricolare tramite farmaci calcio-antagonisti e/o digitale. In caso di fibrillazione atriale a bassa frequenza e con pause sintomatiche è posta indicazione all’impianto di pace-maker.