Autorevoli studiosi hanno per lungo tempo dibattuto circa le cause fisiche e psicologiche che spingono uomini e donne verso il desiderio sessuale.

Fino a non molto tempo fa, la sessualità maschile era ritenuta meno complessa di quella femminile riducendo il concetto ad un principio fallocentrico e considerando meno importanti altri aspetti, tra cui quello psicologico, che sono venivano ritenuti primari nella sessualità femminile.

Teorie più recenti, invece, hanno fortemente rivalutato il principio di complessità sessuale anche per il genere maschile. Il desiderio sessuale maschile è il risultato di alcuni meccanismi psicofisici che si incontrano; la prima fase, quella dell’eccitazione che conduce al desiderio, negli uomini sembra essere sostenuta e provocata soprattutto da stimoli visivi e tattili.

Nel maschio sembrerebbe dunque predominante il ruolo rivestito dall’impulso visivo che metterebbe in atto processi fisici e psicologici che si trasformano in elaborazione del desiderio sessuale e si concretizzano nell’erezione del pene. L’erezione del pene è la prova tangibile dell’eccitazione dell’uomo ed è fondamentale per concludere un rapporto sessuale che preveda la penetrazione femminile.

Cerchiamo di capire come funziona l’erezione maschile.

 

L’erezione del pene

L’erezione del pene indica l’aumento di volume e l’indurimento del membro maschile come conseguenza specifica di un processo di vasodilatazione. Volendo entrare nel dettaglio, durante l’erezione del pene, si assiste ad un massiccio afflusso di sangue ai corpi spugnosi e cavernosi del pene che passa da una condizione flaccida ad una di turgore.

Va comunque precisato che l’erezione è l’espressione fisica e tangibile di un processo che si compone di molteplici aspetti:

  • Componente mentale: in seguito ad una serie di stimoli, visivi, tattili, olfattivi, del gusto o a processi puramente immaginatori, il cervello viene immediatamente stimolato;
  • Componente periferica: in seguito all’attivazione dei centri nervosi, si assiste ad una serie di fenomeni fisici tra cui un aumento della salivazione, della frequenza respiratoria e cardiaca ed una vasodilatazione periferica a livello cutaneo.
  • Componente genitale: l’erezione vera e propria del membro.

Possiamo tranquillamente definire l’erezione come la risposta meccanica ad un più ampio complesso di relazioni imprescindibili che avvengono tra il corpo, la mente e lo spirito.

Il processo che consente al pene di raggiungere il turgore massimo, a sua volta, passa attraverso 5 fasi:

  • Fase cascante: Il pene presenta un flusso a livello arterioso e venoso molto basso;
  • Fase di riempimento: Il pene comincia ad allungarsi in conseguenza dell’aumento del flusso arterioso;
  • Fase di tumescenza: Il pene comincia ad aumentare di volume in seguito all’umento della pressione intracavernosa;
  • L’erezione completa: Il pene ha raggiunto il volume e l’allungamento massimo;
  • L’erezione rigida: è’ la fase che precede immediatamente l’eiaculazione caratterizzata da pressione intracavernosa massima.

Dopo l’eiaculazione il flusso arterioso torna bruscamente a livelli di normalità (fase di detumescenza) ed il membro torna alla condizione flaccida.

Naturalmente l’erezione è un processo delicato in cui sia il corpo che la mente devono essere perfettamente funzionanti; in difetto è possibile riscontrare fenomeni di disfunzione erettile.

La disfunzione erettile

Con il termine di disfunzione erettile si intende l’impossibilità maschile di avere un’erezione completa o l’inadeguatezza a mantenerla per il tempo necessario. È evidente che, in entrambi i casi, è impossibile avere un rapporto sessuale completo.

La disfunzione erettile non è una patologia, bensì il sintomo di un problema sottostante, come ci suggeriscono gli specialisti di https://www.disfunzione-erettile.org/, poiché l’erezione dipende dal corretto funzionamento del sistema nervoso, endocrino e circolatorio, è necessario indagare le cause che la possono produrre tenendo in debita considerazione tutti gli aspetti.

Cause di disfunzione erettile

  • Cause di origine psicogena: condizioni perduranti di stress e ansia producono una iper attività del sistema nervoso simpatico. Lo stress cronico pare essere una tra le cause primarie in caso di disturbi dell’erezione a causa psicologica. Oltre allo stress, sia la depressione che l’ansia agiscono negativamente sul sistema nervoso e sono causa di deficit di erezione.
  • Cause di origine ormonale: un’eccessiva riduzione dei livelli di testosterone nel sangue, o al contrario un aumento ingiustificato di prolattina, determina un deficit erettivo associato a diminuzione del desiderio sessuale.
  • Cause neurologiche: alcune patologie di primo piano come la sclerosi multipla possono indurre disfunzioni erettili; lesioni del midollo e traumi al bacino possono causare deficit di erezione più o meno gravi.
  • Cause di origine vascolari: le patologie a carico dell’apparato circolatorio possono essere sia a livello arterioso che venoso. nel primo caso il flusso di sangue che viene convogliato al pene non è in quantità sufficiente al raggiungimento di un’erezione completa; nel secondo caso il sangue non riesce ad accumularsi nel corpo cavernoso del pene con lo stesso risultato.

Alcune patologie croniche, inoltre possono avere come conseguenza un deficit erettile; il diabete e l’insufficienza renale cronica ne sono tra le principali cause.

Infine, non bisogna sottovalutare, tra le possibili cause al fenomeno anche alcune terapie farmacologiche come quelle ormonali o a base di anti depressivi e psico farmaci.

Quali possibili cure?

Come già precedentemente evidenziato, non essendo una patologia la disfunzione erettile, ma un sintomo, sarà necessario intervenire da un punto di vista farmacologico con l’intento di curare la malattia sottostante al problema.

È dunque necessario procedere in primo luogo con un’accurata procedura diagnostica che consenta di localizzare la patologia che sta alla base del deficit erettile; va da sé che se la causa fosse una carenza di testosterone, ad esempio, il medico disporrà una cura ormonale di supporto.

Alla terapia causale, il medico, solitamente, abbina una terapia sintomatica a supporto della cura principale; tale terapia è generalmente a base di farmaci “inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5” che consentono un maggior afflusso di sangue al pene.

In ultima istanza e solo quando il medico lo dovesse ritenere strettamente necessario, si può ricorrere ad un intervento di chirurgia che si traduce nell’impianto di una protesi al pene.